Su Vasari a Palazzo del Pero  home

Giorgio Vasari  nelle “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti”, a proposito della sua vita e delle sue opere ci racconta quanto segue:


“…quanto io fussi da Antonio mio padre con ogni sorte d’amorevolezza incaminato nella via delle virtù, et in particolare del disegno, al quale mi vedeva molto inclinato, nella vita di Luca Signorelli da Cortona, mio parente, in quella di Francesco Salviati et in molti altri luoghi della presente opera, con buone occasioni non starò a replicar le medesime cose. Dirò bene, che dopo avere io ne’ miei primi anni disegnato quante buone pitture sono per le chiese d’Arezzo, mi furono insegnati i primi principii, con qualche ordine, da Guglielmo da Marzilla franzese, di cui avemo di sopra raccontato l’opere e la vita. Condotto poi l’anno 1524 a Fiorenza da Silvio Passerini cardinale di Cortona, attesi qualche poco al disegno sotto Michelagnolo, Andrea del Sarto et altri. Ma essendo l’anno 1527 stati cacciati i Medici di Firenze, et in particolare Alessandro et Ippolito, coi quali aveva così fanciullo gran servitù per mezzo di detto Cardinale, mi fece tornare in Arezzo don Antonio mio zio paterno, essendo di poco avanti morto mio padre di peste; il quale don Antonio tenendomi lontano dalla città, perché io non appestassi, fu cagione, che per fuggire l’ozio, mi andai esercitando pel contado d’Arezzo, vicino ai nostri luoghi, in dipignere alcune cose a fresco ai contadini del paese, ancor che io non avessi quasi ancor mai tocco colori; nel che fare m’avvidi che il provarsi e fare da sé aiuta, insegna e fa che altri fa bonissima pratica. L’anno poi 1528, finita la peste, la prima opera che io feci fu una tavoletta nella chiesa di San Piero d’Arezzo de’ frati de’ Servi, nella quale, che è appoggiata a un pilastro, sono tre mezze figure: Sant’Agata, San Rocco e San Bastiano. La qual pittura, vedendola il Rosso, pittore famosissimo, che di que’ giorni venne in Arezzo, fu cagione che conoscendovi qualche cosa di buono, ...”

Da queste sue parole non si capisce il luogo preciso dove abbia operato all’ età di 16 anni, ma attraverso le sue “Ricordanze”si capisce bene che le sue prime esperieze sono fatte a Palazzo del Pero e nelle vicinanze. Vasari così si racconta:

“Ricordo come a dì 11 di ottobre 1527 io presi a fare da Iacomo di Santi fabbro del palazzo del pero nelle cortine di Arezzo per più opere fatte in casa sua et in la Chiesa di San Donnino di piano di Maiano per prezzo di grossi 20”.

E poi:


“15 novembre 1527 da Giovanni di Matteo da Galoro noi convenimmo insieme che io dovessi farli una figura d’un San Roco dipinto a fresco nella Maestà di Galoro per prezzo di lire 4”
 
ancora:
"a dì 17 novembre 1527  io convenni col Piovano di San Donnino di farli una figura di un San Roco dipinto in fresco sopra il batesimo della chiesa di San Donnino”.

E ancora, il:


 “22 di novembre 1527 io convenni con Luca di Giovanni da Maiano per farli un San Donnino, dipinto in fresco in la chiesa di San Donnino in piano di Maiano, per prezzo di lire 4, che servì per un voto che aveva fatto Mona Romana sua donna”.

Da ultimo per l’ anno 1527:


“29 di novembre io convenni con Nannino di Baddeo da Maiano per farli duo figure una di San Roco in San Donnino et una di un Santo Antonio nella chiesa di Santa Maria di piano di Maiano che per tutte a dua restammo d'accordo per prezzo di grossi 8 e soldi 10”.
 

Nell’ 1528 sarà ancora da noi
La cosa ci inorgoglisce e ci stimola in una ricerca archeologica più approfondita, anche se non dovrebbe essere molto lontano dalla realtà individuare in una figura,(vedi foto) nell’ abside della nostra Pieve, di un santo circondato da cani, buoi, pecore, ecc. il Santo protettore di animali -
un San Donnino, dipinto in fresco in la chiesa di San Donnino in piano di Maiano-.

Flavio Angeli

 

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